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"Vittorio De Seta, un antropologo che parla la lingua di un poeta" Martin Scorsese.Tra i padri fondatori del cinema documentaristico italiano, il palermitano Vittorio De Setaha attraversato con la sua macchina da presa quasi sei decenni di storia italiana. Dai primi documentari sui pescatori e i contadini della Sicilia rurale degli anni Cinquanta, fino agli ultimi lavori sempre più interessati alla questione del Terzo Mondo e dei suoi rapporti con l'Occidente, De Seta è stato fra i principali fautori di una concezione di cinema indipendente che mirava a far sconfinare la nozione classica di documentario verso nuove forme e nuove dimensioni.Il rivoluzionario sceneggiato Diario di un maestro del 1973 venne seguito da milioni di spettatori, mentre il primo lungometraggio, Banditi a Orgosolo, premiato a Venezia nel 1961, ha portato l'attenzione pubblica sulla realtà sociale del banditismo sardo, segnando al contempo un ideale capolinea del Neorealismo italiano. Il saggio, scandito in dieci capitoli, è alternato con altrettante interviste a personaggi d'eccezione variamente legati al cinema di De Seta.